Angelo Vescovi: si apre una nuova era nella ricerca

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DA MILANO. ?Esistono alternative per produrre cellule embrionali staminali senza produrre embrioni?. Queste parole di Angelo Luigi Vescovi, docente di Biologia all?Universit? di Milano-Bicocca e direttore scientifico dell?Istituto ?Brain Repair? di Terni, sono comparse su Avvenire nel dicembre 2004, ancora prima degli accesi dibattiti per i referendum sulla fecondazione assistita.

?Sono stato buon profeta ? osserva oggi lo stesso Vescovi ? ma le mie parole erano basate su studi che si stavano gi? pubblicando: in particolare i primi risultati erano stati presentati da Alan Trouson, direttore del Monash Institute australiano, a un convegno a Boston nel giugno 2004?.
La strada ? stata poi esplorata da altri: ?Sono usciti gi? lavori su Nature e Cell, ora anche Science: sono le maggiori riviste internazionali, segno del valore di questi studi?. Da uno dei pionieri dello studio sulle cellule staminali in Italia viene la spiegazione dell?importanza pratica della scoperta dei ricercatori giapponesi e statunitensi: ?? la dimo?strazione che ? possibile riprogrammare una cellula adulta e riportarla a un livello simile a quello della cellula embrionale senza per? creare alcun embrione?. ?In prospettiva ? aggiunge Vescovi ? quando fosse reso possibile un loro uso clinico, queste cellule simil-embrionali sarebbero clonate dallo stesso paziente, quindi si eviterebbe ogni rischio di rigetto?.

In altre parole ?viene messo a disposizione dei ricercatori un processo attraverso il quale una cellula adulta specializzata ? chiarisce Vescovi ? viene riportata a uno stadio indifferenziato. Si pu? quasi dire che eravamo da?anti a un muro dietro il quale supponevamo ci fosse un mondo meraviglioso, e adesso abbiamo fatto un piccolo foro attraverso il quale abbiamo capito che quel mondo esiste: ora si tratta di allargare quel foro?. Una prospettiva che ha affascinato anche Ian Wilmut: ?? la dimostrazione che lo scienziato pu? cambiare idea se viene proposta una via pi? praticabile?.

Occorre ancora lavorare per eliminare i problemi: si ? parlato della difficolt? di eliminare i retrovirus che sono serviti a introdurre i geni nelle cellule: ?La riuscita dell?esperimento era l?obiettivo pi? importante ? spiega Vescovi ?. Per questo sono stati utilizzati vettori molto potenti in modo che i geni fossero trasportati efficacemente. Ora che il risultato ? arrivato, sar? possibile studiare come evitare di lasciare i geni all?interno della cellula: usando tecniche per eliminarli, oppure impiegando vettori pi? labili?.

Il valore della scoperta ? comunque enorme: ?Siamo agli inizi di una nuova era nella ricerca, come ripetono tutti gli osservatori qualificati ? ricorda Vescovi ?. Certamente occorre mantenere i piedi per terra, continuare a lavorare con metodo, ripetendo gli esperimenti?. Le applicazioni cliniche non sono dietro l?angolo, ma la strada sembra tracciata: ?Per passare dal topo all?uomo ? ci ? voluto un anno. E se sono pubblicati oggi, gli esperimenti risalgono almeno a sei mesi fa: nei laboratori sono sicuramente gi? pi? avanti. La tecnica va perfezionata per avere cellule da sperimentare in clinica: non sar? subito, ma i tempi dovrebbero essere ragionevolmente brevi?. ?Anche noi ? aggiunge Vescovi ? che ci stavamo dedicando anche alle staminali dal testicolo, faremo esperimenti in questa direzione. Questi risultati confermano la validit? e la liceit? di scelte che perseguono vie alternative all?uso degli embrioni, quale lo studio di staminali di feti da aborto spontaneo, che stiamo effettuando all?Istituto ?Brain Repair? di Terni grazie all?opera di mecenati quali il vescovo Vincenzo Paglia che ci sostiene generosamente?.
?Ora bisogna lavorare per arrivare all?uso clinico Si conferma la validit? di scelte eticamente ispirate nella ricerca scientifica?.

di ENRICO NEGROTTI
? Avvenire, 21-11-2007