La Corte Costituzionale e il fragile muro di carta contro all’utero in affitto

Omogenitorialità, il diktat della Consulta al Parlamento

I casi di due lesbiche (separate) e di due gay che hanno avuto dei figli all’estero rispettivamente attraverso fecondazione eterologa e utero in affitto.

Con due comunicati stampa pubblicati giovedì, la Corte costituzionale, agendo come una terza camera, si è da un lato astenuta dal giudizio ma dall’altro ha chiesto al Parlamento di legiferare sulla «tutela» dei bambini nati attraverso tali tecniche.

Ma ciò equivale a chiedere di legittimare la doppia “omogenitorialità”.

E sebbene la Consulta indichi che il divieto alla maternità surrogata rimanga in vigore, anche quest’ultimo paletto è destinato a cadere: è la triste conseguenza logica della Legge Cirinnà.

Doppietta della Corte costituzionale sull’omogenitorialità. Giovedì 28 gennaio la Consulta ha detto due volte «sì», con altrettanti comunicati stampa, al riconoscimento della doppia genitorialità omosessuale.

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La Cassazione anticipa la legge Zan

Processo a Taormina e discriminazioni contro Lgbt

È possibile discriminare una persona con tendenze omosessuali sul luogo di lavoro se questa persona non esiste e non lavora in nessun luogo? Secondo la Cassazione la risposta è affermativa: sì, la si può discriminare e chi lo fa deve pagare una bella somma a titolo di risarcimento del danno!

Il protagonista di questa vicenda – arrivata al suo epilogo alcuni giorni fa – è l’avv. Carlo Taormina, personaggio discusso e abituato ad esprimere le sue opinioni (talvolta discutibili) in pubblico senza diplomazia e in maniera assai decisa; quale trasmissione più adatta per le sue esternazioni del programma radiofonico “La Zanzara”, assai noto per i conduttori e per le modalità con cui i vari soggetti intervistati partecipano al programma?

Nel 2014 l’avv. Taormina interviene nella trasmissione e afferma “di non volere assumere e di non volersi avvalere della collaborazione, nel proprio studio, di persone omosessuali”: frase senza dubbio sgradevole, perché non si coglie il collegamento tra la tendenza omosessuale di una persona e la sua bravura come avvocato o come impiegato di uno studio legale, né l’avvocato Taormina lo aveva spiegato.

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Aborto e omosessualità, inizia la “caccia” ai docenti cattolici

di Roberto Marchesini. Un articolo de La Stampa mette sotto accusa un corso della facoltà di Psicologia all’Università Europea di Roma perché adotta il manuale di Bioetica del cardinale Sgreccia, che sui temi dell’aborto e dell’omosessualità rispecchia fedelmente la dottrina della Chiesa.
In nome della laicità si pretende che la Chiesa non insegni più queste verità.
È una posizione sempre più esplicitamente affermata, che dimostra come il dialogo con la cultura moderna sia un grande inganno.
In realtà il laicismo ha dichiarato guerra ai cattolici, non c’è possibilità di dialogo, bisogna prenderne atto e fare delle scelte.
Finché è possibile.

Nei giorni scorsi è apparso su La Stampa, diretta da Massimo Giannini, in prima pagina, un articolo firmato dalla nota avvocato divorzista Bernardini De Pace (clicca qui).
Riassumo: l’autrice dell’articolo ha scoperto (è venuta a sapere leggendo un articolo di Libero a firma Giulia Sorrentino) che la nota e stimata docente di filosofia morale dell’Università Europea di Roma Claudia Navarini ha adottato, come testo di bioetica, un libro scritto dal cardinale Elio Sgreccia, teologo e moralista di prim’ordine. In questo libro c’è scritto che l’unica unione sessuale moralmente lecita è quella matrimoniale e che l’aborto è un male.

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“No al corso gender a scuola”: e la mamma viene subito insultata

Attivisti LGBT attaccano giovani cattolici che manifestano a favore dell’essere maschio o femmina

La madre di una bambina di appena 8 anni si è opposta al laboratorio sul gender fluid proposto dalla scuola e dopo gli insulti è stata costretta a cambiare istututo ai suoi figli

Dopo il diluvio di bugie sul caso di Firenze, finalmente parla mamma Chiara!

Dai sinistri la solita tecnica:

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OMOFOBIA: passa alla Camera l’iniquo decreto Zan

(Tommaso Scandroglio) L’iniquo Testo unico Zan sulla cosiddetta omofobia è stato approvato il 4 novembre alla Camera dei Deputati con 254 sì, 193 no e 1 astenuto.
Gli esponenti di Fratelli d’Italia si sono alzati in piedi con un bavaglio mentre i deputati della Lega hanno esposto cartelli con la scritta “Libertà” durante le dichiarazioni di voto.

Nel testo originario sono stati inseriti alcuni emendamenti. Vogliamo qui soffermarci su due.
Il primo riguarda l’estensione delle sanzioni previste dagli artt. 604 bis e ter a quelle condotte violente o discriminatorie perpetrate per motivi legati alla disabilità.
È stato un escamotage furbo. In tal modo nel percepito collettivo il risultato sarà il seguente: chi criticherà il Ddl Zan non starà dalla parte delle persone disabili. Si sono dunque usati i disabili come scudi umani per difendere il contenuto del Testo unico. La disabilità è solo un peloso pretesto per blindare ancor di più questo testo normativo.

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Omofobia: Gandolfini, Alfano e l’Evangelium vitae

Nei giorni scorsi è stata diffusa un’intervista del signor Gandolfini nella quale l’esponente del Family Day sosteneva
non siamo contrari a una legge contro l’omofobia“,
lasciando intendere che le difficoltà sul DDL Zan fossero solo dovute al fatto che è scritta male
(“
il problema è come è scritta questa legge“).
Probabilmente, resosi conto che per aver reso note le sue intenzioni, avrebbe perduto i pochi consensi rimastigli, ha scritto una “lettera al direttore” per esternare i suoi pensieri personali su temi condivisi persino dalle femministe (utero in affitto, ecc.).

Tale lettera non è una rettifica, come il signor Gandolfini vuol lasciar credere; perchè una rettifica avrebbe dovuto suonare più o meno così:
siamo contrari (al plurale) a ogni legge relativa all’omofobia: il problema non è come è scritta, ma è che tale legge che non deve esistere, nemmeno se emendata“.

Il trucco dell’emendamento per far passare leggi inique, infatti, appare chiaramente dalla prima intervista ed è stato usato in Parlamento numerose volte: la foto qui accanto ne ricorda una.

Sull’argomento, si riproduce una nota di Stefano Fontana sull’etica che deve seguire un parlamentare onde evitare la cooperazione al male.

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Omofobia, un progetto di legge violento e totalitario

Immagini da un gay pride. Ecco a cosa servirà la legge Zan: a colpire gli eterosessuali. A impedire di protestare per l’irrisione della religione.

Presentato il progetto di testo unificato del disegno di legge contro l’omotransfobia.
Sse fosse approvato ogni tipo di differenza di trattamento diventerebbe reato:
– dalla scelta degli insegnanti della scuola cattolica
– agli educatori in parrocchia;
– perfino il divieto di ammissione ai seminari di persone con tendenze omosessuali sarebbe punito con il carcere.

La vaghezza dei concetti apre la possibilità a denunce continue e di ogni tipo, ed è questo il progetto: un’aggressione continua basata sulla discriminazione e sui cosiddetti discorsi d’odio.
Sono in pericolo i fondamenti della società occidentale.

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Ravenna. Marco, 13 anni, vittima del lavaggio del cervello per fargli credere di essere donna

È tipico della lobby LGBT strumentalizzare per fini politici ed ideologici le storie di adolescenti fragili, a cui viene fatto credere di poter cambiare la realtà sulla base di quello che sentono.

Il libro “Io sono io”, uscito da poco, racconta la storia di Marco, ragazzo transgender di 13 anni, che sin da bambino sentiva di essere femmina e tra la seconda e la terza media iniziò ad assumere i bloccanti della pubertà, per evitare che il suo corpo si fosse sviluppato in modo “naturale”, come quello di un ragazzo.

Marco, che ora si fa chiamare Greta, è di Ravenna e con sua madre ha partecipato a tantissimi programmi televisivi, conferenze e dibattiti in cui ha portato la sua testimonianza.

I suoi genitori hanno fatto di tutto affinché Marco diventasse un simbolo, un “portavoce” dei minorenni intenzionati a cambiare sesso.

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Sono i cartoni la nuova frontiera della propaganda Lgbt

Prosegue l’offensiva Lgbt d’indottrinamento mediatico delle nuove generazioni.

L’operazione non è nuova, per la verità: si pensi, in passato, a casi quali l’episodio della fiction dal titolo «C’era una volta», in cui Mulan rivelò il proprio amore – non corrisposto – per la Bella Addormentata oppure al merchandising “arcobaleno” distribuito dalla Disney in tutti i propri negozi per celebrare l’“orgoglio-gay” o ancora all’ospitalità concessa ai «Gay Days» annuali non ufficiali a Disneyland e Disneyworld

Ma la Disney ha ormai da tempo fatto coming out aziendale, inficiando così la propria credibilità ed autorevolezza quanto meno nei confronti delle famiglie intenzionate ad educare i propri figli secondo la morale ed il diritto naturali.

 

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Scandroglio: Fermiamo il progetto contro l’omofobia

Sempre più vicina dittatura gender promossa dal Partito Democratico.
E’ ormai indispensabile sensibilizzare i deputati e senatori della provincia di ognuno.

È stata fissata a luglio la ripresa alla Camera della discussione del Progetto di legge dal titolo «Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere», di cui il primo firmatario è l’on. Alessandro Zan (Pd). Trattasi del famigerato progetto di legge sull’ “omofobia”.

Se la legge vedesse la luce – eventualità probabile – colui il quale affermasse, ad esempio, che l’omosessualità è una condizione contro natura oppure citasse i giudizi più che negativi sull’omosessualità e sulle condotte omosessuali contenuti nella Bibbia e nel Catechismo della Chiesa cattolica potrebbe finirebbe in carcere (fino ad un anno e sei mesi) o sborsare sino a 6mila euro.

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