La “pillola del giorno dopo” denunciata in Parlamento

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Ferrara. La “imponente” manifestazione contro la maternità e le mamme in difficoltà fatta dal Comitato “Non una di meno”: vale a dire che tale Comitato è composto da 14 persone, non una di meno.

Emilia-Romagna. Continua l’attenzione degli esponenti di Fratelli d’Italia nei confronti della difesa della vita nascente.
Come si ricorderà, il principio attivo della “Pillola del giorno dopo” è risultato provocare danni epatici (vedere: https://www.difenderelavita.org/e-salta-fuori-che-la-pillola-del-giorno-dopo-distrugge-il-fegato/).

Lo scorso giugno era stata fatta un’interrogazione sull’argomento dal consigliere Giancarlo Tagliaferri (FdI) che aveva ottenuto una risposta evasiva e pilatesca da parte dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna (vedere: https://www.difenderelavita.org/emilia-romagna-pillola-abortiva-gratis-fratelli-ditalia-non-ci-sta/).

Infine, il senatore Alberto Balboni (FdI) ha deciso di sottoporre il grave problema al Parlamento, depositando un’interrogazione a risposta scritta (vedere: http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1105306 ) che riproduciamo integralmente:

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Atto n. 4-01319
Pubblicato il 25 febbraio 2019, nella seduta n. 93
BALBONI – Al Ministro della salute. –

Premesso che:

  1. il 3 agosto 2018 l’Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ha emesso una determina in cui si segnala un «rischio di grave danno epatico» legato alla somministrazione del farmaco “Esmya”;
  2. il principio attivo di tale farmaco è l’ulipristal acetato, presente anche nella “EllaOne”, la cosiddetta “pillola dei cinque giorni dopo”;
  3. per EllaOne è prevista una sola assunzione di 30 mg, mentre per Esmya la dose è in compresse da 5 mg da somministrare attraverso diverse assunzioni;
  4. le aziende sanitarie locali continuano a somministrare EllaOne senza alcuna modifica rispetto alla sua liberalizzazione nel 2011;
  5. la Regione Emilia-Romagna, in risposta ad un’interrogazione del consigliere Tagliaferri (FDI) ha sostenuto che «non sono emersi dati di epatotossicità» facendo riferimento a un comunicato stampa dell’8 agosto 2018 dell’European Medicine Agency (EMA);
  6. per il farmaco Esmya gli effetti collaterali sono emersi da pazienti seguite da specialisti o ospedali;
  7. al contrario, EllaOne sfugge spesso ad ogni controllo previo e successivo;
  8. nel 2017 sono state vendute, per solo uso privato, escluse quelle donate dalle ASL, 224.432 confezioni di EllaOne;
  9. vi possono pertanto essere interessi commerciali, oltre che ideologici, nel tacere un’eventuale pericolosità epatica di EllaOne,

si chiede di sapere:

  1. se, anche in Italia, sia stato scientificamente appurato che il diverso dosaggio di Ulipristal acetato potrebbe diminuirne la pericolosità;
  2. se, al contrario, sia certo che il principio è comunque, ugualmente o maggiormente, pericoloso;
  3. se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno sollecitare gli organismi sanitari preposti a una più attenta e imparziale verifica;
  4. se, nel frattempo, non ritenga opportuno introdurre il consenso informato per la somministrazione di EllaOne;
  5. se, nelle more di quanto detto, non ritenga opportuno provvedere a sollecitare una determina intesa alla sospensione della commercializzazione di EllaOne.

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Vedremo se anche questo tema, decisivo per difendere la sacralità della vita umana e contrastare l’inverno demografico il Governo giallo-verde resterà in silenzio.

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