Vescovo scozzese: Humanae vitae più attuale che mai

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Ricorre oggi il 50° anniversario dell’Humanae Vitae (25 luglio 1968), l’enciclica del beato Paolo VI che in piena rivoluzione sessuale ribadì coraggiosamente e solennemente l’insegnamento bimillenario della Chiesa sul significato procreativo e unitivo dell’atto coniugale. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e a distanza di 50 anni – mentre sono in corso dei tentativi di ‘smontare’ l’enciclica da parte di teologi neopagani che vorrebbero appiattire la Chiesa sul mondo – si può tranquillamente affermare che i contenuti dell’Humanae Vitae si sono rivelati profetici, come ha ricordato in un’ampia intervista al National Catholic Register il vescovo scozzese di Paisley, John Keenan.

L’intervento di Keenan, che fa seguito a diversi altri dello stesso tenore come il recente appello (da leggere, in: http://www.iltimone.org/news-timone/lappello-dei-sacerdoti-americani-difesa-dellhumanae-vitae/) dei sacerdoti americani (nel momento in cui scriviamo le firme sono arrivate a 257) e prima ancora di circa 500 sacerdoti britannici, illustra bene perché l’enciclica di Paolo VI debba essere il punto di partenza per una «nuova catechesi», necessaria ad affermare la cultura della vita.

Secondo il vescovo, nominato alla guida della diocesi scozzese da papa Francesco nel 2014, «l’Humanae Vitae è oggi davvero più attuale che mai. Papa Paolo VI indirizzò l’Humanae Vitae non solo al clero e ai fedeli nella Chiesa, bensì a tutte le persone di buona volontà. Questo perché era convinto che il genere di questioni che sollevava e gli insegnamenti che trasmetteva fossero “fondati sulla legge naturale”, che faceva appello alla mente, all’esperienza e alla coscienza di ogni persona umana, di tutte le fedi e di nessuna».

Dopo aver parlato di quanto si sia diffusa la cultura della morte nel suo Paese, il Regno Unito, dove dall’Abortion Act del 1967 (entrato in vigore nell’aprile 1968) sono stati uccisi legalmente circa nove milioni di bambini nel grembo materno, Keenan ha spiegato che l’Europa è oggi dominata da «un neopaganesimo focalizzato sulla rivoluzione sessuale come primo articolo del suo credo. È la credenza che ogni identità sessuale, orientamento o stile di vita sia valido e buono», con chiaro riferimento al libertinaggio sessantottino sfociato nell’ideologia gender, che rivela tutto il suo lato intollerante verso chiunque osi difendere la famiglia e il matrimonio.

Alla domanda se l’enciclica di papa Montini sia da considerarsi profetica, Keenan ha risposto citando Mary Eberstadt, una brillante scrittrice statunitense, secondo la quale l’Humanae Vitae è «il documento globalmente più vituperato e ampiamente frainteso dell’ultimo mezzo secolo», nonché «il più profetico ed esplicativo del nostro tempo».

In particolare, il vescovo di Paisley ha ricordato gli scenari che Paolo VI aveva lucidamente delineato: «Il Papa predisse che l’impatto personale e culturale negativo della contraccezione sarebbe stato visto in quattro aree: infedeltà e declino morale, perdita del rispetto per le donne, abuso di potere – incluso quello delle potenze industriali nel mondo in via di sviluppo – e la brama delle persone di avere un dominio illimitato sui loro stessi corpi. Noi adesso viviamo in quel mondo contraccettivo, che è allo stesso tempo la casa di divorzi selvaggiamente aumentati, aborti, genitori single e malattie veneree fuori controllo».

Keenan argomenta che l’accettazione dell’Humanae Vitae, letta insieme alla teologia del corpo di Giovanni Paolo II (stimatissima dall’autore americano George Weigel, che l’ha definita «una bomba teologica a orologeria pronta a esplodere, con conseguenze enormi, da un momento all’altro nel terzo millennio della Chiesa»), è un passo fondamentale per la sopravvivenza della civiltà occidentale, auspicando che diventi un giorno «la Magna Carta della nostra cultura globale».

 

di Ermes Dovico per http://www.iltimone.org/news-timone/keenan-lhumanae-vitae-piu-attuale-mai/

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