Un nuovo tipo di infanticidio, promosso dalla “agenda gender”

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E’ della settimana scorsa la notizia dell’ultima “impresa” dell’Avv. Cathy La Torre, comunista ed attivista LGBT (ha fondato GayLex): il Tribunale di Tempio P. si è espresso positivamente sul cambio di sesso di Chloe, diciassettenne sardo.

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Dall’Italia al Portogallo, fino agli Stati Uniti, il “gender diktat” è all’ordine del giorno e si susseguono le folli notizie che, di giorno in giorno, registrano i balzi in avanti di quella che è una vera e propria rivoluzione antropologica che ha nei bambini le sue prime ed indifese vittime.

In Italia, è di poche settimane fa il via libera alla pillola per cambiare sesso in caso di disturbo dell’identità di genere. Come riportato dal quotidiano La Verità, a riguardo, è arrivato infatti il parere favorevole della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) – secondo la quale la pubertà sarebbe «incongruente con l’identità di genere» – e per questo le persone cosiddette gender variant, in possesso di una diagnosi di un esperto in salute mentale e del consenso informato dell’interessato e dei genitori, potranno fare richiesta della triptorelina, un medicinale erogabile a carico del servizio sanitario nazionale, in grado di “congelare” la pubertà in attesa di “tempi migliori” dal punto di vista della consapevolezza della propria identità sessuale.

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Alfie è vittima di ospedale e giudici cattivi?

PRIMA CHE ALFIE VENGA UCCISO
si raccomanda la lettura e l’ampia diffusione del fondo di Cascioli per la Nuova Bussola.

Se vogliamo evitare l’ennesima demoralizzazione dei cattolici, sembra indispensabile tentare di far capire che la questione
– non verte su un ospedale sporco e brutto,
– né sulla cattiveria dei giudici,
– bensì della natura totalitaria della democrazia moderna (G.P. II, Centesimus annus, n° 46).

Questo è il vero accanimento su Alfie: il ppiccino smaschera il vero volto totalitario di uno Stato che vuole determinare quali vite siano degne, e ci richiama al senso della nostra vita, contro ogni riduzione.

Cos’è che fa così tanta paura in un bimbo malato di neanche due anni e nei suoi giovani genitori, tanto da sbarrare le porte dell’ospedale con la polizia e chiudere gli aeroporti?
Perché ci deve essere un pericolo grosso se c’è bisogno di tanto sfoggio di forza, se c’è bisogno di mentire continuamente per giustificare la prigionia di Alfie nell’Alder Hey Hospital.

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Oggi l’esecuzione di Alfie? Il giudice: «È una vita inutile»

Il resoconto di una sentenza grottesca, dove con la scusa della “privacy” il giudice ha detto che la vita di Alfie è «inutile» e ha scelto di silenziare la stampa tacendo la data della rimozione dei sostegni vitali di Alfie.
Ma fonti vicine alla famiglia ci fanno sapere che sarà domani (venerdì).
Gli avvocati hanno presentato una mozione: «Non abbiamo perso la speranza».

Si è tenuta ieri l’udienza per decidere quando Alfie Evans dovrà morire. Un’udienza tremenda.
Dove per silenziare la stampa si è vietato di divulgare la data dell’esecuzione, anche se fonti vicine alla famiglia hanno confermato che sarà domani.
Dove si è finto di preoccuparsi per la salute del piccolo mentre si decideva di ucciderlo e quando ci sono prove che mostrano i tubi attraverso cui Alfie viene ventilato pieni di muffa.
Perché invece di sostituirli dopo 6 settimane (come da prassi) furono cambiati solo dopo 5 mesi.

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Gender diktat: aggredito parlamentare pro-famiglia

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In tutto il mondo aumentano le violenze della lobby LGBT: un parlamentare conservatore aggredito da militanti Lgbt
(video dell’aggressione: https://www.youtube.com/watch?v=NdmlVzPkKo0&t=)

La vittima è l’ex candidato alla presidenza della Repubblica cilena Josè Antonio Kast

 

Nel giorno della festa di San Giuseppe, in Cile, il parlamentare pro-famiglia José Antonio Kast, già candidato indipendente alla presidenza della Repubblica cilena alle ultime elezioni politiche, è stato aggredito da un gruppo di estremisti e attivisti pro-Lgbt mentre stava entrando nell’auditorium dell’università “Arturo Prat” di Iquique, città del Cile settentrionale nella quale era stato chiamato a tenere una conferenza.
Assieme a lui sono stati malmenati anche l’avvocato Ignacio Dülger e il dirigente politico Hector Vergara, due suoi preziosi collaboratori durante la campagna elettorale per le presidenziali.
Dall’ospedale Kast ha mandato un messaggio tramite Twitter: “Possiamo pensarla in maniera totalmente diversa, ma io non mi azzarderei mai ad aggredire qualcuno per le sue idee. Non consentiamo che l’intolleranza ci rubi il diritto di esprimerci liberamente“.

A Kast non si perdona l’aver esercitato, in un Paese scristianizzato nella sua classe dirigente, la funzione del “chiodo impiantato nella coda del serpente” per usare una delle sue espressioni più efficaci. Ovvero la funzione di “garante” della tenuta politica complessiva sui principi non negoziabili: vita, famiglia, educazione.
La netta affermazione al secondo turno dell’imprenditore ed ex presidente della Repubblica conservatore Sebastián Piñera lo scorso anno, in effetti, è stata resa possibile proprio grazie all’appoggio ricevuto da Kast che, nonostante l’ostracismo dei grandi media, ha conseguito un sonante 8% dei voti sulla sua persona al primo turno.
L’unione di questi consensi ha consentito al leader del centrodestra, alla guida della coalizione “Chile Vamos”, di vincere con oltre il 54% dei voti e conquistarsi così il secondo mandato. (altro…)

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Onu: era un pedofilo chi promosse i Diritti del Bambino

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Peter Newell, ex consulente dell’Unicef compì abusi su minori e successivamente implementò la Convenzione dei diritti del bambino, sponsorizzando negli Stati l’idea di “autodeterminazione” dei piccoli che oggi ne permette la sessualizzazione precoce.
Ma MacLeod, ex direttore Onu, ha dichiarato che sono 60 mila i casi di abuso commessi da circa 3.300 operanti nel settore.

 

Peter Newell, 77 anni, è un attivista dei diritti dell’infanzia ed ex consulente dell’Unicef e autore dell’implementazione della “Convenzione dei diritti del bambino”, promossa a Ginevra nel 1998 ed usata da tutti i governi del mondo. Peter Newell è stato accusato di pedofilia e condannato a sei anni e otto mesi di carcere a causa di abusi minorili compiuti ripetutamente dal 1960 al 1968.

I fatti sono venuti alla luce solo ora in seguito a un’indagine avviata nel 2017 in Gran Bretagna dopo che 125 attivisti inglesi operanti in alcune ong per l’infanzia erano stati accusati di pedofilia. Ma la dimensione del problema è stata resa chiara il 9 febbraio scorso quando il quotidiano britannico The Times ha pubblicato un reportage che accusa decine di dipendenti della Ong Oxfam di abusi sessuali anche su minori nei paesi in cui venivano realizzati interventi umanitari (fra gli indagati ci sono anche i dipendenti di Save the Children per 31 casi di abusi e di Medici Senza Frontiere).

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Via libera dall’AIFA alla pillola per cambiare sesso

L’Agenzia italiano del farmaco – che opera sotto la direzione del Ministero della Salute (Beatrice Lorenzin) – dopo la pillola del giorno dopo ci regala un’altra pillola mortifera.

Via libera alla pillola per cambiare sesso in caso di disforia di genere. Come riportato dal quotidiano “La Verità”, a riguardo, è arrivato infatti il parere favorevole della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA) – secondo la quale la pubertà sarebbe “incongruente con l’identità di genere” – e per questo le persone gender variant , in possesso di una diagnosi di un esperto in salute mentale e del consenso informato dell’interessato e dei genitori, potranno fare richiesta della triptorelina, un medicinale erogabile a carico del servizio sanitario nazionale, in grado di “congelare” la pubertà in attesa di “tempi migliori” dal punto di vista della consapevolezza della propria identità sessuale.

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Humanae Vitae 50 anni dopo: il suo significato ieri ed oggi

Un incontro a Imola, il 13 aprile 2018, ore 20:45 in Via Montericco 5

Il convegno internazionale nella Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum), per iniziativa di Voice of the Family sul tema: Humanae Vitae 50 anni dopo: il suo significato ieri ed oggi, ha aperto le celebrazioni per la promulgazione dell’ enciclica di Paolo VI, di cui il 25 luglio 2018 ricorre il cinquantesimo anniversario.

Il cardinale Walter Brandmüller ha aperto i lavori del convegno, sottolineando come Humanae Vitae, perfettamente inserita nel solco degli insegnamenti papali del XX secolo, sia uno straordinario esempio di come si svolge il processo della trasmissione della dottrina nella Chiesa, che, nel fluire del tempo, rimane identica a se stessa, proprio come la persona adulta continua a essere identica al bambino che è stata in passato.

I lavori sono stati conclusi da S. E. mons. Luigi Negri, arcivescovo emerito di Ferrara. Il suo contributo si è focalizzato sul concetto di missione, che applicato al matrimonio, considerato come un modello che la Chiesa non potrà mai rinunciare a proporre, implica resistenza alle ideologie anticristiane e testimonianza dell’incontro personale con Gesù Cristo. La famiglia è comunione per la missione e la missione specifica della famiglia è propagare la vita di generazione in generazione.

Ai lavori hanno partecipato anche l’arcivescovo Carlo Maria Viganò, già nunzio apostolico negli Stati Uniti e il Rettore della Pontificia Università San Tommaso d’Aquino. Le relazioni sono state seguite da domande e risposte di fronte ad un affollatissimo pubblico composto da circa trecento studiosi, sacerdoti, giovani ed esponenti di gruppi pro-life provenienti da tutto il mondo.

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L’“utero in affitto” spacca l’arcilesbica

Da qualche settimana l’arcilesbica nazionale si sta dividendo, ma i mass-media sembrano quasi provare imbarazzo a parlarne. Valga come esempio la stringatissima descrizione dei fatti di Rai News: «L’ottavo congresso nazionale di Arcilesbica, che si è concluso a Bologna con l’elezione della nuova presidente Cristina Gramolini, ha ribadito il suo ‘no’ al cosiddetto “utero in affitto”. L’associazione – si legge in una nota – si proietta in un orizzonte femminista radicale, opponendosi risolutamente alla maternità surrogata in quanto riduzione a cosa di chi nasce e assoggettamento del corpo femminile sul mercato».

Tuttavia, la posizione decisa in tale Congresso sta provocando una specie di terremoto, non solo all’interno di Arcilesbica, ma dell’intero movimento LGBT italiano: «Noi la Madre non la vendiamo, anche se la rete Lgbt è importante e ci ha insegnato tante cose» dichiara la neo presidente al Corriere, ma le sezioni di Bergamo e Bologna hanno già divorziato dalla sigla nazionale.

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Pillole dei giorni dopo: abortivi o antifecondativi?

L’obiettivo di questa pagina è orientare le persone in difficoltà per una decisione esponendo in modo sintetico i risultati delle ricerche scientifiche su queste tematiche. Per una trattazione dettagliata rimandiamo ai siti e alle pubblicazioni specializzate.

Le trasformazioni della vita umana nei primi otto giorni.

Qui diamo le indicazioni base sulle quali ciascuno poi costruisce la propria conoscenza.

Vi sono due tipi di farmaci, commercializzati in Italia, che rientrano in questa categoria:
  • Il Norlevo® o Levonelle® o Lonel® (principio attivo: levonorgestrel), comunemente chiamato pillola del giorno dopo.
  • L’EllaOne® (principio attivo: ulipristal acetato), comunemente chiamato pillola dei 5 giorni dopo. Il suo principio attivo è un derivato del Mifepristone (commercializzato come Mifegyne® e meglio conosciuto come RU486).
Bisogna inoltre conteggiare un certo numero di farmaci abortivi “non-ufficiali” ossia farmaci che dovrebbero essere utilizzati per altre patologie ma vengono prescritti, con la compiacenza di alcuni operatori sanitari, per ottenere dei veri e propri aborti chimici clandestini.

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Co-genitori, la vertigine immorale dell’egoismo

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Un sito che si occupa di far incontrare la domanda e l’offerta di un figlio. Come? Con la semplice donazione di sperma: senza affetti, senza relazioni. E’ la Co-genitorialità, nuova pratica che segna l’abisso della fine della moralità e il trionfo del narcisismo egoista: il figlio è ormai un oggetto per la soddisfazione personale.

Il sito si chiama Co-Genitori.it  ed è nato nel 2008. In quel “Co-“ è racchiusa tutta la vertigine morale di questa piattaforma on line italianissima che fa incontrare domanda e offerta nel mercato dei bambini.

Due sono i servizi offerti ai suoi utenti, che devono sborsare solo 25 euro al mese per iscriversi e così contattare altri utenti: la co-genitorialità e la donazione di sperma. Partiamo da questo secondo servizio. In breve il sito permette a donne single, a coppie lesbiche  e a coppie eterosessuali di trovare un maschietto disposto a “donare” il proprio seme. Le virgolette sono d’obbligo perché nella contrattazione privata può capitare benissimo che il donatore si trasformi in venditore.

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