Trionfo della Marcia per la Vita Usa

Contro la viltà dell’Occidente

Erano in 100 mila lo scorso 20 gennaio, a Washington, coloro, soprattutto giovani e famiglie, che hanno sfidato il gelo e le rigide temperature di questi giorni, per partecipare all’ormai tradizionale Marcia per la Vita, giunta alla sua cinquantesima edizione ed avente per tema «Prossimo obiettivo: marciare verso un’America post-Roe».

Erano presenti anche diversi esponenti politici, tra i quali il procuratore generale del Mississippi, colui che ha condotto la causa Dobbs vs. Jackson ovvero il grimaldello per scardinare la sentenza Roe vs. Wade, la cui fine, a cinquant’anni dal suo varo, è stata sancita lo scorso giugno dall’Alta Corte, che ha di nuovo permesso così ai singoli Stati americani di tutelare la vita dei bambini non ancora nati.
Ed anche questo è stato uno dei motivi di entusiasmo tra gli aderenti alla Marcia, conclusasi quest’anno dinanzi al Campidoglio, proprio per chiedere ai due rami del Congresso, ora che hanno il potere di farlo, di ripristinare le tutele a favore dei bimbi nel grembo materno.

In particolare, i riflettori sono puntati sulla battaglia legislativa, per cancellare i finanziamenti pubblici erogati a Planned Parenthood, già eliminati dall’allora presidente Trump, ma ripristinati purtroppo con l’amministrazione Biden. Un altro obiettivo consiste nel bloccare il tentativo posto in essere dal Partito Democratico di codificare l’aborto come un “diritto”.
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Il Parlamento Europeo di nuovo contro la vita

Manifestazione anti-aborto davanti al Parlamento europea (Bruxelles)

La battaglia continua sul fronte dell’aborto.
Incessante.
E le notizie, che giungono dal fronte, non sono entusiasmanti.

Il Parlamento europeo ha nei giorni scorsi condannato a larga maggioranza (455 sì, 145 no e 71 astensioni) con una propria risoluzione la sentenza pro-life emessa dalla Corte Costituzionale polacca, la quale ha stabilito che la presunta malformazione del feto, diagnosticata con tecniche prenatali, sia anticostituzionale e non giustifichi in alcun modo il ricorso all’aborto, ammesso comunque in caso di stupro, incesto o pericolo di vita per la madre.
La decisione non è impugnabile e può comportare – questi sono almeno l’auspicio e la prospettiva – una consistente riduzione nel numero degli aborti, eppure è stata qualificata dall’Ue come «una battuta d’arresto sul tema dei diritti sessuali e riproduttivi» ed accusata anzi di porre (non si sa come) «a rischio la vita delle donne», infischiandosene totalmente di come l’alternativa, l’aborto, rappresenti viceversa una condanna a morte certa dei figli, ch’esse portano in grembo.

Intendiamoci, niente di cui temere: lo Stato polacco, in quanto sovrano, può benissimo infischiarsene della risoluzione europea, non avendo alcun obbligo di rispettarla.
Ma questo resta un segnale molto chiaro.
Un segnale politico e ideologico.

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Vicario di Macerata sotto attacco delle sinistre: “L’aborto è il più grave degli scempi”

La vita umana al di sopra del politicamente corretto: l’aborto è il più grave degli scempi

di Clara Ferranti

 

L’aborto è il più grave degli scempi”: certamente, tanto quanto lo è l’omicidio di qualunque essere umano, con l’aggravante che ad essere uccisa è una persona innocente nel senso più assoluto del termine. Questa frase pronunciata durante l’omelia del 27 ottobre scorso da Don Andrea Leonesi, vicario del Vescovo di Macerata, ha scatenato una bufera mediatica aizzata da Sinistra Italiana Macerata che ha fatto pervenire le proprie esternazioni a Cronache Maceratesi il 2 novembre.

Si tratta di una tempesta chiaramente manovrata da una sinistra che non si rassegna alla débâcle subita alle ultime elezioni amministrative dello scorso settembre, dopo un governo cittadino durato un quarto di secolo, e che quindi pensa bene di mettere bocca sugli insegnamenti della Chiesa Cattolica.
Una Chiesa che è da sempre contraria tanto all’aborto, quanto a qualunque altro abominio, come la pedofilia, e che da sempre predica l’amore coniugale attraverso le lettere di San Paolo, che tanto irrita le femministe e i movimenti consociati.

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Perché perdiamo sempre (continuazione)

Prima ci raccontano che “E’ la miglior legge oggi possibile”…
poi diventa sempre terrificante.

Una legge iniqua non può mai essere bene applicata

di Tommaso Scandroglio

Lo abbiamo visto verificarsi tante volte. Fatta una legge piena zeppa di paletti, questi paletti prima o poi saltano tutti.
Qualche esempio.

Legge 898 del 1970 sul divorzio: inizialmente si poteva divorziare solo dopo tre anni dalla separazione. La nuova disciplina abbassa il termine ad un anno e addirittura a sei mesi se la separazione è stata consensuale.

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P. S. Boquet: I socialisti mondialisti, la dittatura sanitaria e la battaglia per la vita umana

Il Presidente di Vita Umana Internazionale
spiega il ruolo dell’attuale dittatura sanitaria
nella guerra fatta alla vita umana e alla famiglia

Essere vigilanti in tempo di crisi

È sconcertante leggere l’affermazione di Henry Kissinger (esponente Bilderberg, NdR) nel Wall Street Journal secondo cui un fallimento nel “passaggio a un ordine post-coronavirus” potrebbe “mettere il mondo a ferro e a fuoco”.
Kissinger è piuttosto vago su come sarebbe precisamente questo “ordine” post-coronavirus, ma come ha osservato qualcuno, la lunga storia di amicizia tra Kissinger e la Cina insieme all’assenza di qualsiasi menzione nel suo articolo della responsabilità della Cina nel provocare questa pandemia non è per niente confortante.

Ma per i pro-vita e i pro-famiglia ci sono molti altri motivi di preoccupazione circa un “ordine post-coronavirus” inaugurato o condotto da Kissinger o ispirato alla sua visione del mondo.

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Avvenire apre all’aborto? e noi non lo compriamo…

La clamorosa difesa della legge 194 da parte del quotidiano dei vescovi italiani è stata seguita dall’incomprensibile silenzio della presidenza CEI, come se nulla fosse accaduto.
E pensare che appena due giorni prima il vescovo di Reggio Emilia, proprio dalle colonne di Avvenire, invitava i vescovi a parlare di più e più chiaro sui temi etici.

 

di Riccardo Cascioli

A volte la vita è davvero curiosa. Il 25 agosto il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Avvenire, pubblica una lettera del vescovo di Reggio Emilia, monsignor Massimo Camisasca, che cerca di rispondere ai tanti fedeli che rimproverano ai vescovi di parlare poco «sulle questioni che turbano la nostra coscienza», tipo aborto, eutanasia, identità sessuale.
Monsignor Camisasca dice essenzialmente due cose: i vescovi parlano, ma siccome ragionano invece di urlare la loro voce non arriva sui grandi giornali; però potrebbero, anzi dovrebbero, parlare di più e più chiaramente sia usando i giornali diocesani e locali, sia usando Avvenire.

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Dieci anni dopo: il popolo pro-life non arretra!

Quest’anno l’ormai tradizionale Marcia per la Vita di Roma è stata annullata a causa della pandemia; ma tornerà puntuale il 22 maggio del 2021, per portare la testimonianza di quanti, avendo visto in faccia la tragedia dell’aborto, si sono convertiti alla vita. E per chiedere a gran voce l’abolizione dell’iniqua legge 194, che ha autorizzato l’aborto in Italia.
Infatti, «se le leggi abortive di tutti i nostri Stati non saranno abolite – spiega in quest’intervista Virginia Coda Nunziante, portavoce della Marcia per la Vita – il Signore ci richiamerà con dei castighi ancora peggiori» del Covid-19.

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Funzionarie confessano: vendiamo i tessuti di bimbi abortiti

Notizia + 4 video.

Funzionarie di Planned Parenthood confessano la vendita di tessuti di bambini abortiti

Dichiarazioni in video mostrano che erano a conoscenza del traffico di organi e tessuti derivati dall’aborto, anche se la legge ne proibisce espressamente la vendita

L’organizzazione statunitense Center for Medical Progress (CMP) ha diffuso il 26 maggio in video delle dichiarazioni in base alle quali alcune funzionarie della rete di cliniche abortive Planned Parenthood confessano di aver partecipato alla vendita illegale di parti dei corpi di bambini abortiti.Nella testimonianza, risalente al 26 maggio, il CMP sottolinea che le dichiarazioni delle funzionarie “contraddicono le affermazioni precedenti di Planned Parenthood in base alle quali la rete non ha mai partecipato alla vendita di parte dei corpi dei bambini abortiti e li ha semplicemente donati ricevendo un rimborso per le spese”.

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Forum mondiale per la vita 2020: il Coronavirus alla luce di Fatima

La settimana scorsa, dal 20 al 22 maggio, è stato trasmesso online un evento che negli ultimi sei anni ha messo profonde radici nello scenario cattolico romano: il Rome Life Forum.

Sia l’autorevolezza dei conferenzieri che l’attualità degli argomenti trattati, hanno rappresentato per un numeroso pubblico – in Italia e all’estero – una lucida lettura delle acque torbide in cui si agitano la società e la Chiesa oggi.

Qui di seguito diamo un riassunto di alcuni degli interventi principali dell’evento di quest’anno – così come le conclusioni che si possono trarre alla luce del messaggio della Madonna a Fatima del 1917 – che, ovviamente, non potevano non riguardare la situazione che il mondo, cattolico e non, si trova ad attraversare da diversi mesi per via della pandemia da Sars-Cov-2.

Per redigere questo resoconto abbiamo seguito le informazioni fornite dai corrispondenti di Life Site News, uno degli enti promotori dell’evento.

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La macabra “coerenza” della cultura della morte

di Don Shenan J. Boquet presidente di Vita Umana Internazionale (Fonte: www.hli.org )

Il nesso letale fra i problemi morali. Anche molte persone che appartengono a movimenti pro-vita e pro-famiglia non colgono appieno le connessioni profonde che legano insieme molte questioni sociali apparentemente diverse.
La contraccezione, l’aborto, l’eutanasia, il divorzio, la pornografia, il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso e l’ideologia di genere (per citarne alcuni) non sono problemi sociali o spirituali isolati. Piuttosto, sono profondamente interconnessi e, cosa più importante, si alimentano a vicenda.

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