Dieci anni dopo: il popolo pro-life non arretra!
Nei giorni scorsi è stata diffusa un’intervista del signor Gandolfini nella quale l’esponente del Family Day sosteneva
“non siamo contrari a una legge contro l’omofobia“,
lasciando intendere che le difficoltà sul DDL Zan fossero solo dovute al fatto che è scritta male
(“il problema è come è scritta questa legge“).
Probabilmente, resosi conto che per aver reso note le sue intenzioni, avrebbe perduto i pochi consensi rimastigli, ha scritto una “lettera al direttore” per esternare i suoi pensieri personali su temi condivisi persino dalle femministe (utero in affitto, ecc.).
Tale lettera non è una rettifica, come il signor Gandolfini vuol lasciar credere; perchè una rettifica avrebbe dovuto suonare più o meno così:
“siamo contrari (al plurale) a ogni legge relativa all’omofobia: il problema non è come è scritta, ma è che tale legge che non deve esistere, nemmeno se emendata“.
Il trucco dell’emendamento per far passare leggi inique, infatti, appare chiaramente dalla prima intervista ed è stato usato in Parlamento numerose volte: la foto qui accanto ne ricorda una.
Sull’argomento, si riproduce una nota di Stefano Fontana sull’etica che deve seguire un parlamentare onde evitare la cooperazione al male.
Presentato il progetto di testo unificato del disegno di legge contro l’omotransfobia.
Sse fosse approvato ogni tipo di differenza di trattamento diventerebbe reato:
– dalla scelta degli insegnanti della scuola cattolica
– agli educatori in parrocchia;
– perfino il divieto di ammissione ai seminari di persone con tendenze omosessuali sarebbe punito con il carcere.
La vaghezza dei concetti apre la possibilità a denunce continue e di ogni tipo, ed è questo il progetto: un’aggressione continua basata sulla discriminazione e sui cosiddetti discorsi d’odio.
Sono in pericolo i fondamenti della società occidentale.
In questi giorni sono stati pubblicizzati alcuni casi di cronaca (qui e qui) per far passare la proposta di legge che prevede la liberalizzazione della cannabis.
E’ una tecnica nota, nella quale Marco Cappato (il radicale pilotato dal Partito Democratico) è maestro e, infatti, è anch’egli promotore della libera diffusione della cannabis (qui).
Come ammettono gli stessi promotori, la “depenalizzazione per uso personale” è solo un primo passo, il più facile da far passare oggi, indispensabile per aprire una breccia nella legislazione nazionale.
Che non si tratti di episodi casuali è confermato dalla richiesta di circa 100 parlamentari al presidente del Consiglio per chiedere di discutere di legalizzazione della cannabis agli Stati generali per il rilancio economico del paese… cosa c’entri l’economia lo san solo loro.
Il centro-destra vigila sulle mosse dissolutrici del Partito Democratico, lanciando lo slogan: “il governo chiude le scuole e vuole distribuire le canne”.
La posta in gioco è altissima perché – attraverso gender, eutanasia, droga e altri provvedimenti – si vuole distruggere l’identità italiana: per questo tutti dobbiamo tenere gli occhi aperti e sensibilizzare chi vuole difenderla.
A questo scopo si propone una lunga ma utilissima intervista fatta dalla dotorressa G. Brambilla.
Qualche giorno fa, finalmente, il Ministero della Salute ci ha svelato l’orrore della Relazione ministeriale sull’applicazione dell’iniqua legge 194/78 nell’anno 2018.
Il dato è di altri 76.328 bambini uccisi prima di nascere: un abominio che ciascuno deve denunciare, in maniera imperterrita, di tale iniqua di questa legge.
Nel 2018 c’è stato un ulteriore aumento del ricorso alla c.d. “contraccezione d’emergenza”, con un totale di confezioni vendute (Ellaone + Norlevo) di 598.167 confezioni.
È tipico della lobby LGBT strumentalizzare per fini politici ed ideologici le storie di adolescenti fragili, a cui viene fatto credere di poter cambiare la realtà sulla base di quello che sentono.
Il libro “Io sono io”, uscito da poco, racconta la storia di Marco, ragazzo transgender di 13 anni, che sin da bambino sentiva di essere femmina e tra la seconda e la terza media iniziò ad assumere i bloccanti della pubertà, per evitare che il suo corpo si fosse sviluppato in modo “naturale”, come quello di un ragazzo.
Marco, che ora si fa chiamare Greta, è di Ravenna e con sua madre ha partecipato a tantissimi programmi televisivi, conferenze e dibattiti in cui ha portato la sua testimonianza.
I suoi genitori hanno fatto di tutto affinché Marco diventasse un simbolo, un “portavoce” dei minorenni intenzionati a cambiare sesso.
L’operazione non è nuova, per la verità: si pensi, in passato, a casi quali l’episodio della fiction dal titolo «C’era una volta», in cui Mulan rivelò il proprio amore – non corrisposto – per la Bella Addormentata oppure al merchandising “arcobaleno” distribuito dalla Disney in tutti i propri negozi per celebrare l’“orgoglio-gay” o ancora all’ospitalità concessa ai «Gay Days» annuali non ufficiali a Disneyland e Disneyworld…
Ma la Disney ha ormai da tempo fatto coming out aziendale, inficiando così la propria credibilità ed autorevolezza quanto meno nei confronti delle famiglie intenzionate ad educare i propri figli secondo la morale ed il diritto naturali.
Notizia + 4 video.
Sempre più vicina dittatura gender promossa dal Partito Democratico.
E’ ormai indispensabile sensibilizzare i deputati e senatori della provincia di ognuno.
È stata fissata a luglio la ripresa alla Camera della discussione del Progetto di legge dal titolo «Modifiche agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale, in materia di violenza o discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere», di cui il primo firmatario è l’on. Alessandro Zan (Pd). Trattasi del famigerato progetto di legge sull’ “omofobia”.
Se la legge vedesse la luce – eventualità probabile – colui il quale affermasse, ad esempio, che l’omosessualità è una condizione contro natura oppure citasse i giudizi più che negativi sull’omosessualità e sulle condotte omosessuali contenuti nella Bibbia e nel Catechismo della Chiesa cattolica potrebbe finirebbe in carcere (fino ad un anno e sei mesi) o sborsare sino a 6mila euro.