Sempre più aborti in Emilia-Romagna: tra bugie, omissioni e fallimenti

La relazione 2019 sugli aborti in Emilia-Romagna sembra la grottesca parodia del bollettino del Gen. Diaz: in ogni pagina il Partito Democratico celebra il (presunto) calo dei bambini a cui è stato impedito di nascere.
Peccato che la realtà sia molto diversa. Vediamo perché.

Ignorato il calo delle donne in età fertile: è lapalissiano che, se crolla il numero di potenziali madri, calerà anche il numero degli aborti.
Nella Relazione la Regione inserisce il grafico che vedete in alto a destra, senza nessuna spiegazione. Ve lo spieghiamo noi: negli ultimi 10 anni, in Emilia-Romagna ci sono quasi 100.000 donne in età fertile di meno.
Nello stesso periodo, il calo degli aborti è soltanto di ca. 3.500: ridimensionato il millantato calo.

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Vicario di Macerata sotto attacco delle sinistre: “L’aborto è il più grave degli scempi”

La vita umana al di sopra del politicamente corretto: l’aborto è il più grave degli scempi

di Clara Ferranti

 

L’aborto è il più grave degli scempi”: certamente, tanto quanto lo è l’omicidio di qualunque essere umano, con l’aggravante che ad essere uccisa è una persona innocente nel senso più assoluto del termine. Questa frase pronunciata durante l’omelia del 27 ottobre scorso da Don Andrea Leonesi, vicario del Vescovo di Macerata, ha scatenato una bufera mediatica aizzata da Sinistra Italiana Macerata che ha fatto pervenire le proprie esternazioni a Cronache Maceratesi il 2 novembre.

Si tratta di una tempesta chiaramente manovrata da una sinistra che non si rassegna alla débâcle subita alle ultime elezioni amministrative dello scorso settembre, dopo un governo cittadino durato un quarto di secolo, e che quindi pensa bene di mettere bocca sugli insegnamenti della Chiesa Cattolica.
Una Chiesa che è da sempre contraria tanto all’aborto, quanto a qualunque altro abominio, come la pedofilia, e che da sempre predica l’amore coniugale attraverso le lettere di San Paolo, che tanto irrita le femministe e i movimenti consociati.

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OMOFOBIA: passa alla Camera l’iniquo decreto Zan

(Tommaso Scandroglio) L’iniquo Testo unico Zan sulla cosiddetta omofobia è stato approvato il 4 novembre alla Camera dei Deputati con 254 sì, 193 no e 1 astenuto.
Gli esponenti di Fratelli d’Italia si sono alzati in piedi con un bavaglio mentre i deputati della Lega hanno esposto cartelli con la scritta “Libertà” durante le dichiarazioni di voto.

Nel testo originario sono stati inseriti alcuni emendamenti. Vogliamo qui soffermarci su due.
Il primo riguarda l’estensione delle sanzioni previste dagli artt. 604 bis e ter a quelle condotte violente o discriminatorie perpetrate per motivi legati alla disabilità.
È stato un escamotage furbo. In tal modo nel percepito collettivo il risultato sarà il seguente: chi criticherà il Ddl Zan non starà dalla parte delle persone disabili. Si sono dunque usati i disabili come scudi umani per difendere il contenuto del Testo unico. La disabilità è solo un peloso pretesto per blindare ancor di più questo testo normativo.

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EllaOne, come ti nascondo e banalizzo l’aborto

Con la delibera 998/2020 dell’8 ottobre scorso l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha stabilito che «non sarà più necessario l’obbligo della prescrizione medica per dispensare alle minorenni ulipristal acetato (EllaOne), il farmaco utilizzato per la contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto», come recita un comunicato stampa dell’agenzia medesima.

La decisione è criticabile almeno per tre motivi. Il primo: l’EllaOne produce sia effetti contraccettivi che abortivi (cfr. R. Puccetti, G. Carbone, V. Baldini, Pillole che uccidono, ESD, cap. 4). In merito all’efficacia contraccettiva questa è significativa quando la donna ha minori possibilità di concepire, perché siamo ancora lontani dal momento ovulatorio, e diminuisce quando ci si avvicina al momento dell’ovulazione. In breve, l’efficacia contraccettiva è scarsa.

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Perché perdiamo sempre (continuazione)

Prima ci raccontano che “E’ la miglior legge oggi possibile”…
poi diventa sempre terrificante.

Una legge iniqua non può mai essere bene applicata

di Tommaso Scandroglio

Lo abbiamo visto verificarsi tante volte. Fatta una legge piena zeppa di paletti, questi paletti prima o poi saltano tutti.
Qualche esempio.

Legge 898 del 1970 sul divorzio: inizialmente si poteva divorziare solo dopo tre anni dalla separazione. La nuova disciplina abbassa il termine ad un anno e addirittura a sei mesi se la separazione è stata consensuale.

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P. S. Boquet: I socialisti mondialisti, la dittatura sanitaria e la battaglia per la vita umana

Il Presidente di Vita Umana Internazionale
spiega il ruolo dell’attuale dittatura sanitaria
nella guerra fatta alla vita umana e alla famiglia

Essere vigilanti in tempo di crisi

È sconcertante leggere l’affermazione di Henry Kissinger (esponente Bilderberg, NdR) nel Wall Street Journal secondo cui un fallimento nel “passaggio a un ordine post-coronavirus” potrebbe “mettere il mondo a ferro e a fuoco”.
Kissinger è piuttosto vago su come sarebbe precisamente questo “ordine” post-coronavirus, ma come ha osservato qualcuno, la lunga storia di amicizia tra Kissinger e la Cina insieme all’assenza di qualsiasi menzione nel suo articolo della responsabilità della Cina nel provocare questa pandemia non è per niente confortante.

Ma per i pro-vita e i pro-famiglia ci sono molti altri motivi di preoccupazione circa un “ordine post-coronavirus” inaugurato o condotto da Kissinger o ispirato alla sua visione del mondo.

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Avvenire apre all’aborto? e noi non lo compriamo…

La clamorosa difesa della legge 194 da parte del quotidiano dei vescovi italiani è stata seguita dall’incomprensibile silenzio della presidenza CEI, come se nulla fosse accaduto.
E pensare che appena due giorni prima il vescovo di Reggio Emilia, proprio dalle colonne di Avvenire, invitava i vescovi a parlare di più e più chiaro sui temi etici.

 

di Riccardo Cascioli

A volte la vita è davvero curiosa. Il 25 agosto il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), Avvenire, pubblica una lettera del vescovo di Reggio Emilia, monsignor Massimo Camisasca, che cerca di rispondere ai tanti fedeli che rimproverano ai vescovi di parlare poco «sulle questioni che turbano la nostra coscienza», tipo aborto, eutanasia, identità sessuale.
Monsignor Camisasca dice essenzialmente due cose: i vescovi parlano, ma siccome ragionano invece di urlare la loro voce non arriva sui grandi giornali; però potrebbero, anzi dovrebbero, parlare di più e più chiaramente sia usando i giornali diocesani e locali, sia usando Avvenire.

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Liberalizzazione della pillola omicida RU486: reazioni ecclesiali?

Alla criminale decisione del Ministero della Sanità di sabato scorso 8 agosto ha risposto… il silenzio dei Vescovi!
Con un’unica lodevole eccezione, che vedete qui accanto: il Vescovo di Ascoli Piceno, Mons. D’Ercole.
Nomen homen, questo Vescovo coraggioso merita il grazie di tutti, incoraggiamento e preghiera.

Il generale silenzio sembra avvalorare la tesi che molti influenti Vescovi siano asserviti al Partito Democratico.
A questi nostri amati Pastori sottoponiamo una sintesi di ciò che può fare un Capo di Stato laico, laicissimo, che pure ha a cuore la vita umana: il Presidente Donald Trump.
Riflettano i nostri amati Pastori, riflettano!

Per quanto riguarda le Diocesi dell’Emilia-Romagna, chiediamo ai nostri amici e lettori se ritengano opportuna una nuova “supplica online tramite invio di e-mail” ai nostri 14 Vescovi: tra di essi, non pochi devono tacere perchè le priorità imposte dalla Conf. Episc. Regionale sono i clandestini, le lobbies LGBT, la dea natura, costruire ponti ai feroci islamici e ai comunisti (perchè i nemici di Cristo possano colpirci più facilmente).

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La campagna prolife del presidente Trump

di Tommaso Scandroglio

La campagna elettorale negli Usa è ormai iniziata. L’organizzazione pro-life Susan B. Anthony List ha stilato un elenco di iniziative che l’amministrazione Trump ha assunto a favore della vita nascente dal giorno del suo insediamento ad oggi, elenco che, probabilmente, dovrebbe stimolare i pro-life americani a votare per il rinnovo della carica.

Andiamo a spulciare in questo ricco elenco, aggiungendo allo stesso qualche altra notizia, anche per mostrare ai nostrani “cattolici” di area levantina che, almeno su questo aspetto della tutela della vita nascente assai fondamentale e scriminante, non c’è incompatibilità tra la politica di Trump e dottrina sociale della Chiesa, ma, anzi, pieno accordo.

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Aborto fai-da-te, per la donna e i bambini non c’è Speranza

Gravissima decisione del ministro Speranza dopo il parere del Consiglio superiore della Sanità: l’aborto tramite RU486 dovrà essere fatto in regime di day hospital.

Mezz’ora in ambulatorio e poi a casa dove la donna sarà lasciata sola con la morte del suo bambino tra effetti collaterali pericolosissimi e accertati ormai da tutta la letteratura scientifica.
Ecco lo spirito malvagio della 194.

Le nuove linee guida confermano l’orientamento di molte Regioni che hanno tollerato la firma anticipata per la fine del ricovero.
Così, la Governatrice leghista dell’Umbria si è adeguata quasi subito.

E’ necessario che ognuno si prepari e spieghi quanto accade al proprio vescovo e ai parlamentari della propria città.
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Mentre sotto il caldo agostano siamo tutti asfissiati dalle misure di sicurezza anti-Covid per tutelare la nostra salute volute dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Governo, il Consiglio Superiore della Sanità e il Governo tolgono una misura di sicurezza a tutela delle donne che vogliono abortire.
Paradossi che si spiegano benissimo con l’arsura ideologica di questi nostri governanti di rendere l’aborto sempre più fenomeno privato, usuale, ordinario.

Il Ministro della Sanità Roberto Speranza, dietro il parere del Consiglio superiore della Sanità, ha deciso che l’aborto tramite RU486 dovrà essere fatto in regime di day hospital.
Mezz’ora in ambulatorio e poi a casa. Queste le indicazioni nelle nuove linee guida per la somministrazione di questo preparato abortivo.
Speranza ha dichiarato: «L’aborto farmacologico è sicuro. Va fatto in day hospital nelle strutture pubbliche e private convenzionate, e le donne possono tornare a casa mezz’ora dopo aver assunto il medicinale. Le evidenze scientifiche sono molto chiare. Il Consiglio di Sanità e la società di ostetricia e ginecologia hanno espresso un parere favorevole e univoco. Queste nuove linee guida sono un passo avanti importante e rispettano pienamente il senso della legge 194, che è e resta una norma di civiltà del nostro Paese».

Vedremo invece che queste linee di indirizzo contrastano con le evidenze scientifiche in merito agli effetti negativi della RU sulla salute della donna e contrastano con la lettera della 194.

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Pontificia Accademia per la Vita e Covid-19: confusione totale?

Come per il nuovo direttorio catechistico, anche il recente documento della PAV (Pont. Acc. per la Vita) brilla per non voler infastidire nessuno, per l’evitare scontri o erigere muri… al punto che il documento può essere considerato una summa del politicamente corretto o del pensiero unico.

Nel documento della PAV sono numerose le errate priorità e la confusione su temi che riguardano la battaglia indifesa della vita e della famiglia.
Così, mentree in Italia è stato impedito di nascere a 76.318 bambini (dati 2018, pari a 210 al giorno), i confusi nuovi responsabili della PAV si dedicano a:
– adorazione dell’ambiente
– culto della natura contro il dato scientifico
– reincarnazioni in animali o veganismo?
– Cristo tenuto nascosto: proposto in sua vece il materialismo
– Iddio considerato un bonaccione di cui ci si può prender gioco

Di seguito proponiamo un’attenta e pacata analisi del Dott. Scandroglio modificata con numerazioni redazionali e titoli in grassetto.

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