Il pedofilo e la rivista per normalizzare il sesso con i bambini

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Finisce un pessimo 2018, ma martedì si canta il Veni Creator
Aumentano i casi di riviste pseudo-scientifiche che danno spazio ai pedofili. 
Cinquanta anni fa si è sganciato il sesso dal suo fine ed è stato come una palla che cade su un piano inclinato.
Per l’Italia Mario Mieli non è l’unico: un itinerario che vede analogie tra il Partito Laburista e alcuni partiti italiani. 
La miopia dei Pastori che condannano solo gli abusi sui minori, ma tacciono sul diffondersi dell’omo-eresia.
E fa capolino il sesso con animali.

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La campagna per rendere accettabile la pedofilia, conseguente all’aver sganciato il sesso dal suo fine, procede a passi spediti. Sul numero di dicembre di Sexuality & Culture, un trimestrale soggetto alla revisione tra pari e pubblicato dal colosso editoriale Springer, è apparso un articolo del britannico Thomas O’Carroll, un famoso attivista pedofilo che vorrebbe normalizzare gli abusi sui bambini descrivendo la pedofilia come «un orientamento sessuale».

Un’espressione che già di per sé non esisteva prima che il movimento gay iniziasse a propagare un suo proprio linguaggio.

O’Carroll, 73 anni, laburista, è già stato imprigionato due volte, la prima nel 1981 per aver cospirato nel tentativo di corrompere la morale pubblica e la seconda nel 2006, dopo essere stato trovato in possesso di circa 50.000 immagini pedopornografiche. Il suo archivio includeva fotografie e video di bambini – prevalentemente maschi, dai sei anni in su – che venivano seviziati e stuprati.

All’epoca O’Carroll gestiva l’International paedophile child emancipation group (oggi conosciuto semplicemente come Ipce) e un gruppo sussidiario, chiamato Gentlemen with an interesting name: il pedofilo, secondo la polizia, considerava questi gruppi come dei mezzi per formare una «società segreta internazionale» di abusatori «accademici». Per le sue malefatte è stato condannato ad appena due anni di prigione la prima volta e due anni e mezzo la seconda volta. Oggi O’Carroll, autore di Paedophilia: the radical case (1980) e Michael Jackson’s Dangerous Liaisons (2010), opera del tutto indisturbato ed è appunto libero di scrivere su una rivista interdisciplinare come Sexuality & Culture.

Nel suo articolo di dicembre, il cui titolo Childhood ‘innocence’ is not ideal: virtue ethics and child-adult sex è già esplicito (‘L’innocenza’ dell’infanzia non è ideale: l’etica della virtù e il sesso bambino-adulto), O’ Carroll osa scrivere: «L’affermazione che i bambini sono incapaci di rapporti sessuali reciproci è empiricamente infondata. Dov’è la prova? Si suggerisce nuovamente un confronto con gli animali. I cani sembrano essere perfettamente capaci di reciprocità nelle relazioni d’amore con gli esseri umani […]. Si può pensare che questa analogia non sia sufficientemente stretta perché i cani non sono partner sessuali dei loro padroni umani. Ma possono esserlo. I cani non sono timidi nell’esprimere l’interesse sessuale verso gli umani, e quando il loro proprietario ricambia quell’interesse si può sviluppare una relazione sessuale (e amorosa), come è stato attestato in Dearest Pet, un libro del polemista olandese (e scrittore per bambini!) Midas Dekkers, e approvato in una recensione dal filosofo Peter Singer», cioè il tristemente noto antispecista che ritiene lecito uccidere i bambini malati. Insomma, erotismo zoofilo, pedofilia ed eutanasia a braccetto.

Prosegue O’Carroll: «Se anche un cane può provare i sentimenti necessari in una relazione reciproca di carattere interpersonale (in tutto tranne che nel nome), perché un bambino non sarebbe capace di farlo?». L’articolo del pedofilo continua mettendo in dubbio la naturale innocenza dei bambini, definendo «moralmente lecito» il «gioco» fatto di piaceri sessuali occasionali tra adulti e bambini, parlando frequentemente di rapporto bambino-adulto, in cui i termini sono volutamente rovesciati per far intendere che sarebbe il bambino a intraprendere la relazione sessuale con l’adulto: e qui si inserisce la solita critica alle «società patriarcali», con cui O’Carroll strizza l’occhio al femminismo per dire che anche i bambini sarebbero oppressi dal «patriarcato».

Sembra di leggere Mario Mieli, l’attivista gay morto suicida nel 1983, che scriveva: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega».
O’Carroll si muove praticamente nel solco di Mario Mieli, a cui a Roma è intitolato l’omonimo Circolo di cultura omosessuale, un circolo organizzatore dell’Europride del 2011 e affiliato alla più grande organizzazione gay al mondo, l’Ilga, che riunisce oltre 1.200 associazioni Lgbt e ha status consultivo presso l’Onu.

Questo non per dire che tutte le persone attratte dallo stesso sesso siano pedofile ma evidentemente molti pedofili sono gay e non di rado si è storicamente verificata un’intersezione tra i gruppi che portano avanti l’una e l’altra propaganda (vedi lo stesso rapporto decennale dell’Ilga con i pedofili della Nambla, interrotto formalmente nel 1994 solo dopo la campagna di denuncia condotta dal repubblicano Jesse Helms), la cui base comune è il rifiuto della morale naturale e il disprezzo del cristianesimo.
Oggi questa propaganda, che ha tra le sue leve la pornografia e l’«educazione sessuale» così come concepita dagli standard dell’Oms, è sempre più diffusa e finisce per assuefare le menti: questo processo, già in corso, è destinato a portare – se non lo si contrasta – alla sessualizzazione precoce dei bambini e alla presentazione dei rapporti pedofili come rapporti consensuali.

I COMMENTI CRITICI DI REGNERUS E DREHER

Il sociologo Mark Regnerus ha confrontato la reazione che il Congresso e l’Apa (American psychological association) hanno avuto sul finire degli anni Novanta alle parole dello psicologo Bruce Rind, il quale in uno studio cercò di minimizzare le conseguenze drammatiche degli abusi sui bambini, con la reazione inesistente fin qui avuta rispetto ad argomentazioni simili, esposte dallo stesso psicologo nel 2017. Spiega Regnerus: «Nel frattempo, nell’ultimo decennio una scienza liberatrice del sesso e della sessualità è esplosa in popolarità con l’aiuto di fondazioni empatiche – sto pensando tra le altre alla Gill, alla Ford e alla Arcus»: la prima e la terza fondazione ricordate da Regnerus, per inciso, hanno l’esplicito obiettivo di sostenere le tematiche Lgbt.

Anche il giornalista Rod Dreher, autore del libro L’Opzione Benedetto, ha commentato l’articolo di O’Carroll scrivendo: «La normalizzazione della pedofilia sta arrivando. La destrutturazione delle relazioni umane sotto le spoglie del desiderio liberatore è l’obiettivo di queste persone, che se ne rendano conto o no». Se si mette da parte Dio, argomenta Dreher, «c’è solo il nichilismo. Se non avrai Dio, preparati a lasciare spazio a Tom O’Carroll e alla sua celebrazione della diversità».

di Ermes Dovico, per http://www.iltimone.org/news-timone/pedofilo-la-rivista-normalizzare-sesso-bambini/

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