Tanathos ed eutanasia

 

Mariae, saluti infirmorum

La morte “selvaggia”. Rifiutata, nascosta, truccata

“L’antico atteggiamento, in cui la morte vicina e familiare ?, al tempo stesso, rimpicciolita e sdrammatizzata, ? troppo in contrasto col nostro; della morte noi abbiamo tanta paura da non osare pi? pronunciare il suo nome.

“Perci?, quando diciamo di questa morte familiare che ? addomesticata, non intendiamo dire che prima era selvaggia e che in seguito ? stata addomesticata. Vogliamo dire, al contrario, che ? diventata selvaggia oggi”

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L’eutanasia

1. Nozione

Dopo aver gi? da tempo abbandonato il legame con l’etimo greco di morte buona, il termine eutanasia viene usato nell’attuale dibattito in sensi spesso molto diversi. Frequentemente si distingue fra eutanasia attiva – o positiva, o diretta -, l? dove il medico, o chi per lui, interviene direttamente per procurare la morte di un paziente, ed eutanasia passiva – o negativa, o indiretta -, dove si ha invece astensione da interventi che manterrebbero la persona in vita. Si distingue inoltre fra eutanasia volontaria, quella esplicitamente richiesta dal paziente, ed eutanasia non volontaria, quando la volont? del paziente non pu? essere espressa, perch? si tratta di persona incapace.

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Le origini della Rivoluzione sessuale

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Nella prospettiva della IV Rivoluzione
Articolo apparso sul n. 54 di Cristianit? del 1979






Il plurisecolare processo rivoluzionario, dopo avere investito e disgregato prinia i vincoli religiosi negli Stati e tra gli Stati, poi i vincoli politici tra i corpi e gli ordini sociali, poi i vincoli economici, investe infine i rapporti intrafamiliari, per disgregare la basilare e originaria societ? naturale: la famiglia. Da ultimo, la Rivoluzione attacca ogni singolo, per sovvertirne le gerarchie interiori e votare ogni uomo alla deformit?, all’abbruttimento, alla morte, al delirio, all’empiet?. Nell’opera del marchese de Sade troviamo un preciso programma di ascetica sovversiva offerto ai “praticanti” di questa Rivoluzione

in interiore homine: essa mira a raggiungere l’apatia nella vita terrena attraverso un’ossessionante e monotona sequela di peccati. Il culto della morte del corpo e dell’anima. culmine del pensiero sadiano. Con de Sade la Rivoluzione sessuale viene enunciata come programma: ad altri, e in particolare a Reich, spetta il compito di trasformarla in prassi rivoluzionaria. (altro…)

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Socialismo e Rivoluzione sessuale

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La “morale” dell’Italia di domani?
Articolo apparso sul n. 97 di
Cristianit? del 1983

In una societ? pluralistica, nella quale il pluralismo ? ideologico e non soltanto sociale, – quando non soltanto ideologico! -, ? di straordinaria importanza e utilit? conoscere con precisione gli aspetti culturali e morali delle ideologie che concorrono alla conquista del potere, nella prospettiva della sua gestione e della trasformazione della societ? e del singolo. Perci?, mentre il protagonismo socialistico domina la scena elettorale e punta al suo acme, riesce di particolare vantaggio una adeguata descrizione della sua “morale”. La esposizione della “rivoluzione sessuale” socialistica – dai suoi presupposti gnostici al suo esito permissivistico – in uno studio che la confronta con la morale cattolica, sulla cui base la giudica. Una sostanziale ripresa dell’intervento dell’autore – su La famiglia e la Rivoluzione sessuale – al convegno promosso da Alleanza Cattolica e da Cristianit? a Roma, il 23 e 24 ottobre 1982, sul tema Italia anni 80. Per una presenza cattolica in un mondo socialista (cfr. Cristianit?, anno X, n. 91, novembre 1982).

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Le tappe massoniche di una politica di morte

A proposito del libro di Pierre Simon “De la vie avant toute chose”
Articolo apparso sul n. 62-63 di
Cristianit? del 1980


Riportiamo, in una nostra traduzione, l’intervento di Arnaud de Lassus, depositato al Congresso Europeo Per la Vita, tenutosi a Roma dal 25 al 27 aprile 1980, che prende spunto dalla recente pubblicazione, in Francia, di uno sconvolgente libro scritto dal medico massone Pierre Simon, per ricordare ai cattolici e a tutti gli uomini di buona volont? l’urgente e imperativo dovere di combattere la barbarie rivoluzionaria, prima che questa riesca a sovvertire irrimediabilmente le caratteristiche naturali della persona umana. Una agghiacciante descrizione, attraverso le parole di una figura assolutamente autorevole della massoneria francese, gi? gran maestro della Gran Loggia di Francia, del nuovo modello di societ? che la setta massonica prepara per quelle nazioni che sono cadute, o sfanno per cadere, sotto la sua nefasta influenza. La funzione della contraccezione, dell’aborto e di tutto ci? che compone la rivoluzione sessuale in questo itinerario di sovversione, che mira a ridurre il matrimonio a “una comodit? sociale“, a liberare la famiglia “dai legami del sangue“, per costruire la “nuova societ?“, “senza famiglia, senza padri, senza madri, in cui lo Stato si prenderebbe cura dei rari bambini ancora messi al mondo“. Un invito accorato affinch? i genitori cristiani, anche attraverso la proclamazione pubblica della verit?, vogliano preservare i loro figli da un futuro aberrante e vergognoso.

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Aggiornamenti dal fronte della lotta contro la droga

L’11 marzo 1997 alla Camera dei Deputati sono state approvate tre mozioni orientate a un inasprimento della lotta contro la droga: ci? ha imposto una brusca battuta d’arresto al movimento antiproibizionista, alle cui tesi hanno aderito numerosi parlamentari e uomini di governo. Tale importante avvenimento ? occasione sia per rileggere la storia recente della legislazione italiana in tema di tossicodipendenza, sia per presentare una proposta di legge del Polo per le Libert?, la numero 3347, che intende offrire una risposta adeguata – decisa e insieme sensibile alle istanze del ricupero – a questa gravissima piaga sociale.

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Liberalizzazione della droga?

La droga non si vince con la droga

 * Documento trascritto da L’Osservatore Romano, del 22-1-1997 come riflessione pastorale del Pontificio Consiglio per la Famiglia

L’opinione pubblica ? stata scossa di recente da alcune proposte, presentate in diversi Paesi, volte a far adottare una legislazione che controllerebbe l’uso della droga, permettendo per? un accesso pi? facile alle cosiddette droghe “leggere”. Il Pontifico Consiglio per la Famiglia ? stato interrogato al riguardo da famiglie e numerosi educatori e istituzioni che lavorano con i giovani. Dopo aver consultato esperti di diversi Paesi e responsabili di molte comunit? terapeutiche, questo Dicastero presenta le seguenti riflessioni.

 

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Il punto di vista della Societ? Italiana di Farmacologia (SIF) sulla proposta di

La SIF, la Societ? Italiana di Farmacologia, ha pubblicato ? in data 3 giugno 1995 ? un documento in cui prende in esame gli aspetti di natura farmacologica e medica connessi con un?eventuale liberalizzazione delle “droghe leggere”, quale ? stata proposta, il 20 luglio 1994, dall?on. Francesco Corleone, del gruppo parlamentare Progressisti-Federativo. Dopo un?accurata analisi degli effetti sul sistema nervoso centrale, e su quelli cardiovascolare e respiratorio, il documento offre al legislatore questa drastica conclusione: “Pertanto, valutando le informazioni farmacologiche, tossicologiche e mediche oggi disponibili, il parere della SIF sulla liberalizzazione dell?uso della Cannabis ? negativo”.

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