Omofobia: Gandolfini, Alfano e l’Evangelium vitae
Nei giorni scorsi è stata diffusa un’intervista del signor Gandolfini nella quale l’esponente del Family Day sosteneva
“non siamo contrari a una legge contro l’omofobia“,
lasciando intendere che le difficoltà sul DDL Zan fossero solo dovute al fatto che è scritta male
(“il problema è come è scritta questa legge“).
Probabilmente, resosi conto che per aver reso note le sue intenzioni, avrebbe perduto i pochi consensi rimastigli, ha scritto una “lettera al direttore” per esternare i suoi pensieri personali su temi condivisi persino dalle femministe (utero in affitto, ecc.).
Tale lettera non è una rettifica, come il signor Gandolfini vuol lasciar credere; perchè una rettifica avrebbe dovuto suonare più o meno così:
“siamo contrari (al plurale) a ogni legge relativa all’omofobia: il problema non è come è scritta, ma è che tale legge che non deve esistere, nemmeno se emendata“.
Il trucco dell’emendamento per far passare leggi inique, infatti, appare chiaramente dalla prima intervista ed è stato usato in Parlamento numerose volte: la foto qui accanto ne ricorda una.
Sull’argomento, si riproduce una nota di Stefano Fontana sull’etica che deve seguire un parlamentare onde evitare la cooperazione al male.