Intervista alla professoressa Giorgia Brambilla, docente di Morale e Bioetica all’Ateneo pontificio Regina Apostolorum
Dottoressa Brambilla, che cosa si intende per teoria o addirittura ideologia gender? Esiste davvero?
«Si intende un pensiero che nasce dal connubio tra l’ambito filosofico-politico, con autori come Marcus e De Beauvior, quello sessuologo, penso a Kinsey e Money, e quello femminista radicale di Butler e Firestone e che ha portato anche ai cosiddetti “Gender Studies” nelle università, quelli che recentemente sono stati smentiti dal punto di vista metodologico da Dummitt, uno studioso proprio di questa materia. Sostanzialmente secondo questa ideologia viene negata la dimensione sessuata dell’essere umano fin dalla sua costituzione e si vuole dimostrare che la differenza tra uomo e donna è solo determinata da una costruzione sociale. Uso il termine ideologia perché si tratta di una teoria che non è supportata da dati scientifici di alcun tipo, al contrario le neuroscienze stanno sempre più dimostrando che la caratterizzazione sessuata dell’individuo presente fin dalla vita intrauterina riguarda anche il cervello, tanto da poter parlare di cervello maschile e femminile».