Volete acquistare un bambino? c’è la fiera dell’utero in affitto

Per la quarta volta “Men Having Babies” ha aperto i battenti a Bruxelles in barba alle leggi nazionali e internazionali.
Pacchetti all inclusive in vendita a 160 mila dollari.
Ringraziamo l’On. Alfano e le democrazie cristiane per la legge sulle Unioni Civili, senza la quale queste aberrazioni sarebbero inimmaginabili.
Con quale coraggio l’Europa parla ancora di diritti?

Con quale coraggio l’Europa parla di diritti? Con che faccia si riunisce per discutere di accoglienza, migranti, trasparenza, integrità, uguaglianza? Dal 22 al 23 settembre si svolge per il quarto anno consecutivo a Bruxelles, nel cuore dell’Unione Europea, la fiera “Men Having Babies“, dedicata alle coppie gay che vogliono comprarsi un bambino con l’utero in affitto.

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Eutanasia: arditi o trattare?

di Stefano Fontana

Fine vita, arditi o trattare? La strada rischiosa della Cei

Eutanasia: ancora “cedere per non perdere”.
Tattica politica degli ecclesiastici: vecchi errori per nuove sfide.
Tornare a formare i pro-life italiani sul tema “Legge ingiusta e male minore”.

Su suicidio assistito ed eutanasia, le strategie possono essere solo due.
Una consiste nel fare opposizione dura e netta, negandosi ad ogni forma di trattativa e chiedendo non dei ritocchi ma l’abrogazione della legge 217 del 2017 sul fine vita, che già contiene l’eutanasia.
Una seconda strategia consiste invece nella trattativa, chiamata di solito dialogo. Si ascolta, ci si ascolta, si è contenti di essersi ascoltati.
I vescovi hanno da tempo scartato la prima strategia e hanno fatto propria la seconda.
Questo vuol dire già porsi sulla strada della trattativa: scambiare il mantenimento dell’aiuto al suicidio come reato in cambio di una riduzione di pena che diventerebbe talmente ridicola da porsi al limite della depenalizzazione.

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Scuole parentali: il “caso San Pancrazio”, le lobbies LGBT, il totalitarismo statale

La galassia LGBT ha scatenato una campagna diffamatoria verso la Scuola Parentale San Pancrazio di Alzano Laziale (1).

L’“istruzione parentale” è ammessa dallo Stato per quei «genitori che intendono provvedere in proprio all’istruzione di minori». Gli studi compiuti sono considerati validi superando «un esame di idoneità all’anno scolastico successivo» presso una scuola di Stato (2).

Le accuse delle lobbies LGBT sono di voler «formare veri uomini», di «prevedere l’obbligo di indossare la divisa. Niente gel, strass o Jeans. Per i maschi c’è camicia e pullover, per le femmine camicia e gonna», di vietare l’iscrizione agli omosessuali, di combattere «il liberalismo laicista, l’indifferentismo religioso, la teoria del gender, la pornografia, l’uso di droghe» (3).

Insomma, un baluardo educativo, direbbe il comune sentire della maggioranza degli italiani. Per chi è cattolico, poi, la S. Pancrazio è un piccolo paradiso dove «tutto l’ambiente profuma di dottrina cristiana, dei suoi principî, della sua morale, delle sue esigenze come anche delle sue ricchezze spirituali» (4).

Cerchiamo allora di capire perché le lobbies LGBT hanno preso di mira proprio questa scuola, dopo ben cinque anni che è attiva.

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Cattolici ed eutanasia, uno strano incontro

VERSO IL SUICIDIO ASSISTITO

di Stefano Fontana

L’11 settembre si riuniranno a Roma molte associazioni cattoliche, insieme al presidente della CEI, per decidere cosa fare contro la legalizzazione del suicidio assistito.
Strano davvero: molte di queste associazioni sostengono con forza l’attuale maggioranza di governo.
Si lavora perché al governo vadano forze pro-eutanasia e poi ci si riunisce per stabilire cosa fare per impedire che venga approvata una legge sull’eutanasia.

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Bibbiano, orchi rossi. Giurisprudenza e affidi agli LGBT.

Bambini allontanati dai genitori: alcuni dati che fanno pensare

Bambini allontanati dai genitori; i fatti di Bibbiano continuano a far pensare.

Ricevo da Galeazzo Bignami, parlamentare bolognese sempre molto attivo sul territorio, una tabella con alcuni dati sulla situazione in Emilia Romagna.

Si tratta di una tabella (quella nella foto qui sopra) in cui viene riportato il numero dei bambini allontanati dalla famiglia anno per anno, a partire dal 2011 fino al 2017.

Oltre che per anno i dati sono ripartiti per province dell’Emilia Romagna.  Vediamoli.

Balza subito all’occhio l’enorme diversità dei dati tra le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e le altre: nelle prime tre, con al vertice Bologna, i casi di bambini allontanati  sono stati centinaia ogni anno (nel 2015, a Bologna, ben 249!!!); nelle altre province, i numeri – come potete vedere – sono molto più bassi. E tra tutti spicca il dato riminese: zero allontanamenti.

Una seconda tabella, sotto la prima, distingue gli allontanamenti tra quelli disposti dall’autorità giudiziaria e quelli effettuati in via amministrativa, direttamente cioè dai Servizi Sociali.

L’ art. 403 che viene indicato nella seconda tabella è l’articolo del codice civile che ‘autorizza’ la pubblica autorità, tramite i Servizi Sociali, a collocare il bambino in un “luogo sicuro”.

L’ espressione “luogo sicuro” è esattamente quella utilizzata dalla legge.

Il cosiddetto collocamento in luogo sicuro si traduce nell’allontanamento dalla famiglia e, dunque, si tratta di un’iniziativa molto molto delicata, da riservare ai casi di conclamata necessità.

Sempre il codice civile sancisce, infatti, il diritto del bambino di crescere nella propria famiglia e di essere allevato ed educato dai propri genitori. Non esiste, pertanto, un potere della pubblica autorità sui minori, tale per cui questa può decidere discrezionalmente di intervenire e sottrarre il minore ai suoi affetti.

I casi in cui la pubblica autorità può fare questo sono i casi in cui il bambino è in condizioni di abbandono morale  o materiale, o quelli in cui viene allevato in ambienti insalubri o pericolosi; o ancora, quando i suoi genitori sono incapaci di provvedere alla sua educazione.

Tutti casi di estrema gravità, ma deve trattarsi di casi conclamati, cioè certi. La legge indica, infatti, condizioni effettive, non usa il condizionale, ma l’ indicativo che è, appunto, il modo della realtà.

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Catania: al Baby Pride travestiti leggono fiabe gender ai bambini… nei locali della Cgil!

“Vogliamo tutto”, si legge nel volantino del Catania Pride che ha avuto luogo lo scorso 28 giugno. Tutto a partire dalle menti dei bimbi, che vanno plasmate secondo i dogmi del pensiero Lgbt, in una realtà che ormai ha calato i panni della “battaglia per la difesa dei diritti” e ha rivelato la sua vera natura: l’imposizione forzata, ad ogni costo delle proprie idee.

E così dopo il caso di Vladimir Luxuria che ospite della tv di Stato lava il cervello a dei bambini di otto anni raccontando “La favola dell’uccello”, ecco l’edizione catanese di quello che già è avvenuto un mese fa ad Alessandria: la lettura, contestuale alla manifestazione dei Gay Pride, di favole per piccini declinate in salsa gender.
Mattatori della giornata, due “avvenenti” drag queen, Sovranity (sic) ed Erys.

Complice della trovata, la Cgil catanese che ha offerto i locali della propria sezione in via Crociferi 40. Occuparsi della tutela dei lavoratori è troppo agé, bisogna rinnovarsi e accogliere le istante di uno zero virgola della popolazione che si è messo in testa di potere allungare le mani su qualsiasi cosa gli si pari davanti.

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Eutanasia in Italia: cosa succederà il 24 settembre?

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EUTANASIA: proporre il male minore è sempre male

Sintesi del comunicato emesso l’11 luglio 2019 dal Comitato Verità e Vita ([1])
con aggiornamenti e link di approfondimento cliccabili

 

Il pretesto. Il 24-2-17 Marco Cappato (un attivista radical-socialista) assiste un disc jockey nell’atto di suicidarsi ([2]). Successivamente si autodenuncia per indurre a legiferare sul fine vita ([3]).

Arriva la legge. Il 22-12-17 il Governo PD promulga la Legge n. 219 sulle “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” ([4]).

Sfida al Parlamento. Il 24-10-18 la Corte costituzionale emette l’ordinanza n. 207/2018  con la quale chiede al Parlamento di modificare, entro il 24/9/19, la norma sull’aiuto al suicidio ([5]). Se entro tale data non avverranno modifiche legislative, la Corte costituzionale si riserva di modificare, parzialmente o totalmente, l’art. 580 del Codice penale.

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Caso di eutanasia a Trieste?

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In Italia l’eutanasia non è ancora diffusa, ma si sta lavorando per un suo radicamento.
È quanto traspare da una storia accaduta a Trieste nei mesi scorsi ma raccontata a fine giugno dal quotidiano Il Piccolo: quella di Claudio de’ Manzano, un signore di 84 anni che nel dicembre 2018, a metà mese, è stato vittima di un’ischemia.
Un dramma che, unitamente alle scarsissime prospettive di ripresa dell’uomo, ha spinto sua figlia Giovanna, in qualità di amministratore, a chiedere per suo conto l’eutanasia, alla luce del fatto che il padre in precedenza aveva dichiarato di non voler vivere in condizioni simili, e che la legge n° 219 sulle Dat varata nel 2017 – all’articolo 3, comma 4 – consente che l’indicazione sulle cure possa essere espressa o rifiutata «anche dall’amministratore di sostegno oppure solo da quest’ultimo, tenendo conto della volontà dell’assistito».

Il problema è che all’ospedale di Cattinara l’interruzione delle cure per quel paziente colpito da ischemia non se la sono sentita di attuarla.
Anzi, la figlia si è sentita addirittura chiedere: «Ma lei vuole ammazzare suo padre?».

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Emilia-Romagna. Legge omotransnegatività. Scandroglio: gli errori dei pro famiglia

“…non è mai moralmente lecito proporre, votare o dare in qualsiasi modo appoggio formale ad una legge ingiusta anche perseguendo il fine eticamente lecito di limitare i danni ed anche stretti da necessità” (clicca per leggere)

L’arcivescovo di Bologna ha partecipato a una tavola rotonda con gli esponenti PD favorevoli al “male minore” legislativo.
Ma tanti altri vescovi della Regione hanno parlato con chiarezza.
Il centro-destra si è opposto con coraggio.

Salvo “miracoli”, oggi la Regione Emilia-Romagna approverà una legge peggiore della c.d. Scalfarotto.
La colpa maggiore è di noi cattolici, che continuiamo a ripetere i soliti errori da 70 anni: inevitabile questa ennesima sconfitta.
Ci viene in aiuto una meditazione – che è anche un esame di coscienza – del massimo bioeticista italiano vivente
.

Doniamo a Maria Santissima 5′ per leggerla + 25′ per meditarla…
(sottotitoli, formattazione e note redazionali)
—–

Il dato è noto ai più, anzi amaramente scontato: la politica è nemica o tuttalpiù indifferente nei confronti dei cosiddetti principi non negoziabili, quali vita, famiglia, libertà educativa, sessualità.

In Italia, come in tutto Occidente, le forze politiche spesso lottano tenacemente per distruggere un ordine naturale voluto da Dio, battagliando per introdurre o potenziare legislazioni a favore dell’aborto, dell’eutanasia, della fecondazione artificiale, della sperimentazione sugli embrioni, della contraccezione, dell’omosessualità, del divorzio, etc.

Tali forze politiche non di rado provengono da aree culturalmente progressiste.
Poi vi sono altri gruppi che assumono colpevolmente un atteggiamento passivo: non spingono per un peggioramento della situazione, però non si industriano nemmeno per innescare una dinamica evolutiva positiva, ciò a riprova che anche in queste forze, spesso di matrice conservatrice, spira un certo vento libertario.
Infine esistono gruppuscoli che alle elezioni prendono uno zero virgola qualcosa che lottano apertamente per la vita e la famiglia.

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Emilia-Romagna, legge omotransnegatività: nuova analisi giuridica

Nella foto: Roberta Mori, relatrice (PD) della proposta di legge regionale dell’Emilia-Romagna sull’omotransnegatività, assieme al Sindaco di Bibbiano Andrea Carletti e alla senatrice PD Vanna Iori. Da: https://twitter.com/moriroberta/status/779960423714021376

Un’analisi giuridica di facile lettura, lunga ma ben fatta, che conserva valore anche qualora la legge dovesse essere emendata.

Considerazioni sul progetto di legge regionale dell’Emilia Romagna contro l’”omotransnegatività”

di Francesco Farri – Dottore di ricerca – Università La Sapienza di Roma – Avvocato in Firenze

CONSIDERAZIONI SUL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE DELL’EMILIA ROMAGNA CONTRO L’”OMOTRANSNEGATIVITÀ” *

Sommario: 1.  Introduzione – 2.  Le disposizioni di principio – 3. Le politiche attive – 4.  I controlli – 5. La spesa pubblica

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